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contro la stupidità anche gli dèi lottano invano

1 settembre 2014

asimovneancheUno dei più grandi scrittori di fantascienza (ok, diciamo pure il più grande), Isaac Asimov, ha costruito degli universi narrativi di incredibile profondità (il ciclo dei robot – Asimov ha inventato le ‘leggi’ della Robotica e la parola ‘positronico’, per dire – quello dell’Impero e soprattutto quello della Fondazione) in cui, curiosamente per il genere letterario, gli ‘alieni’ sono al massimo dei robot o degli studiosi di psicostoria, mentre, quando si pensa alla fantascienza, si immaginano solitamente omini verdi, vulcaniani o Ewoks.

Un’eccezione, un romanzo cioè in cui siano centrali degli ‘extraterrestri’, è il classico Neanche gli dei (1972), in cui si immagina che in un futuro lontano (2070) gli esseri umani vengano in contatto con un ‘para-universo’ (ciao, Fringe!) in cui le leggi della fisica come noi le conosciamo non hanno senso ed i cui abitanti non sono i consueti ‘umanoidi’ cui siamo abituati; la parte centrale del romanzo è quella in assoluto più affascinante, perché Asimov racconta la storia dal punto di vista del ‘para-universo’, popolato da una sorta di ‘nubi atomiche’ di diversa consistenza e con Dua crea uno dei più intriganti personaggi di tutti i tempi…

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