decisamente più di 50 sfumature
Dei tre volumi con cui Michel Foucault ha tentato un’ambiziosissima “storia della sessualità”, il secondo, L’uso dei piaceri, è dedicato al mondo greco ed è forse la sua opera migliore.
Partendo, e già qui sta la monumentale grandezza del suo pensiero, dalla demolizione dell’idea che gli antichi ed i moderni chiamino le stesse cose con lo stesso nome, Foucault analizza l’esperienza della sessualità nel mondo greco (o, meglio, nella letteratura del IV secolo aC: Platone, Senofonte et similia).
Secondo Foucault, per la cultura greca la “sessualità” (in greco non esiste una parola per tale concetto, principalmente perché non esisteva tale concetto: al massimo si parla degli ‘oggetti di piacere’, tà aphrodìsia) è vista come qualcosa di “pericoloso” (l’eiaculazione era letta nei testi medici come un dispendio di energia) in quanto liminare con la morte (l’istinto riproduttivo è un memento della nostra mortalità e su questo punto scrive pagine splendide), e per questo da tenere sotto controllo, ma non (ed è questa è la principale differenza con le istanze giudaico-cristiane) con precetti universalmente validi ed imponibili a tutti (oddio, Platone la pensava diversamente), bensì come esercizio di virtù e di controllo di sé (la parola chiave è enkrateia), riservate all’individuo in qualche modo ‘ideale’, capace cioè di esercitare la propria sessualità nei modi e nei tempi giusti, essenzialmente come esercizio di libertà (wow).
Governare se stessi coincideva con la capacità di governare gli altri ed era dunque un atto squisitamente ‘politico’, quasi un prerequisito per la vita pubblica; è superfluo dire che, in tale ambito, non contava l’oggetto del piacere (per cui si può anche parlare di “tolleranza” dell’ “omosessualità” ma si manca il bersaglio) quanto l’uso dell’oggetto: “dal punto di vista della morale ciò che opponeva un uomo temperante e padrone di sé a colui che si abbandonava ai piaceri era molto più importante di ciò che distingueva fra loro le diverse categorie di piaceri cui ci si poteva dedicare”.
Gigantesco.
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