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2 aprile 2014

905230_300x300_1Dopo una notevole quinta stagione, anche la sesta stagione di Star Trek The Next Generation ha i suoi momenti:

– nella seconda parte di Time’s arrow i paradossi temporali mi fanno venire il mal di testa ma l’incontro di Data con Mark Twain, Jack London e Guinan (!) nella San Francisco di fine ‘800 merita

– per quanto abbia momenti deboli, Relics – con l’apparizione di Scotty (!) – è un bell’episodio

Rascals, con Picard, Keiko, Ro e Guinan dodicenni è   f a n t a s t i c o

– A fistful of Datas, anche solo per il titolo merita una menzione

Chain of command, forse la migliore prova di attore di Patrick Stewart e certamente un grande episodio che fa capire quanto i cardassiani siano terribili, preparandoci agli anni di Gul Dukat a DS9. Inoltre qualcuno costringe finalmente Deanna Troi a smettere di indossare le sue ridicole tutine. Era ora

Ship in a bottle, con lo spettacolare ritorno di Data nei panni di Sherlock Holmes e soprattutto del genialmente cattivo dottor Moriarty

Face of the enemy, in cui Deanna Troi gioca a fare l’agente del KGB, tipo

Tapestry, in cui si scoprono un sacco di cose su Picard giovane e Lessons, in cui Picard s’innamora suonando Bach

The chase, l’episodio che spiega perché nella galassia siano tutti umanoidi, senza fare riferimento alla comodità della cosa per costumisti e truccatori

Timescape, che e’ classica fantascienza

– la prima parte di Descent, anche solo per l’apparizione di Stephen Hawking che gioca a poker con Data, Newton ed Einstein

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