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Dopo una notevole quinta stagione, anche la sesta stagione di Star Trek The Next Generation ha i suoi momenti:
– nella seconda parte di Time’s arrow i paradossi temporali mi fanno venire il mal di testa ma l’incontro di Data con Mark Twain, Jack London e Guinan (!) nella San Francisco di fine ‘800 merita
– per quanto abbia momenti deboli, Relics – con l’apparizione di Scotty (!) – è un bell’episodio
– Rascals, con Picard, Keiko, Ro e Guinan dodicenni è f a n t a s t i c o
– A fistful of Datas, anche solo per il titolo merita una menzione
– Chain of command, forse la migliore prova di attore di Patrick Stewart e certamente un grande episodio che fa capire quanto i cardassiani siano terribili, preparandoci agli anni di Gul Dukat a DS9. Inoltre qualcuno costringe finalmente Deanna Troi a smettere di indossare le sue ridicole tutine. Era ora
– Ship in a bottle, con lo spettacolare ritorno di Data nei panni di Sherlock Holmes e soprattutto del genialmente cattivo dottor Moriarty…
– Face of the enemy, in cui Deanna Troi gioca a fare l’agente del KGB, tipo
– Tapestry, in cui si scoprono un sacco di cose su Picard giovane e Lessons, in cui Picard s’innamora suonando Bach
– The chase, l’episodio che spiega perché nella galassia siano tutti umanoidi, senza fare riferimento alla comodità della cosa per costumisti e truccatori
– Timescape, che e’ classica fantascienza
– la prima parte di Descent, anche solo per l’apparizione di Stephen Hawking che gioca a poker con Data, Newton ed Einstein…
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