boyband 106
Dopo i Vamps ed il loro spudorato cinismo, conviene fare un passo indietro e spendere qualche minuto per una delle boyband più improbili mai apparse, i fulminei Brother Beyond.
Verso la fine degli anni ’80 (1988?) fecero quattro (!) singoli completamente ignorati dal pubblico; il loro (brevissimo) momento di gloria venne quando Stock Aitken Waterman misero all’asta per beneficenza (!) una collaborazione con loro, la EMI sborsò 20mila sterline et voilà, i Brother Beyond fecero The harder I try e He ain’t no competition, nelle quali, pare, non suonarono neanche una nota. Incassati due discreti successi, il loro primo album, Get even, andò decentemente, sebbene fosse tutto scritto da loro tranne i due singoli di cui sopra. Fecero poi un secondo album (sì, ce l’ho) che non convinse nessuno e, proprio quando il loro ultimo singolo cominciava a suscitare qualche interesse negli Stati Uniti, si sciolsero.
Di tre di loro ho perso le tracce, del più fotogenico (Nathan) giova ricordare la sua presenza in una boyband che non so perché ebbe grande successo in Francia (si chiamavano Worlds Apart e questa è Baby come back, se avete coraggio) ed una successiva (e sfortunata) carriera come manager.
In tutto questo, hanno ripubblicato il loro primo album, con quattro remix che non avevo e la sempre magnifica Can you keep a secret, cosa che ha dato senso al mio pomeriggio. Qua sotto c’è The harder I try, il cui video fu girato a Milano, direi:
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