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ut musica poesis

9 febbraio 2014

robertorussiFacendo gli Epodi di Orazio, una studentessa ha scoperto un vecchio album di Giorgio Gaber che mette in musica testi di poesia latina, come appunto l’Epodo VII che diventa Dove andate – il disco si chiama Sexus et politica (1970) ed è bellissimo.

Il che mi ha dato l’occasione di prendere in mano un manualetto di Roberto Russi, Letteratura e musica, dedicato appunto ad una cosa che chiamano studio “musicoletterario” tuttoattaccato e di cui nulla sapevo; non che ora ne sappia molto di più, perché il primo capitolo, che dovrebbe avere funzione propedeutica, mi pare incomprensibile.

Superato lo scoglio, si capisce che il breve saggio vuole concentrarsi soprattutto sulla funzione della musica in letteratura, a partire da qualche riferimento classico (la figura dell’aedo Demodoco nell’Odissea, un paio di novelle del X libro del Decameron di Boccaccio) per arrivare all’esplosione romantica della cosa, come Hoffmann che descrive la Quinta sinfonia di Beethoven o Balzac che lo riprende o Mallarmé che definisce poetico e non musicale il lavoro di Wagner. Particolare spazio è dedicato ad una scrittrice a me ignota (Katherine Mansfield) ed a delle intriganti osservazioni sull’unico capitolo dei Promessi sposi in cui Manzoni mette al centro della vicenda non la musica (assente in realtà dal romanzo) ma un rumore, l’onomatopeico ton ton ton ton della campana suonata dal sagrestano Ambrogio che sveglia tutto il paese e che accompagnerà Renzo e Lucia al silenzio della loro fuga notturna.

Temo sia “letteratura comparata”, comunque.

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