il movimento e il riposo
Visto che a Pasqua avevo letto l’Apocalisse, per Natale è parso opportuno affrontare un Vangelo ma, per fare l’alternativo, ho optato per un testo apocrifo (no, non Dan Brown), quale il Vangelo di Tommaso.
Il primissimo problema esegetico che uno si trova davanti è che è in copto, affascinante esito dell’egiziano antico con una curiosamente alta percentuale di parole greche, tipo “mare”, “pace” e “spirito” (secondo wikipedia ca. il 20% del lessico copto è prestito greco), scritto in un alfabeto che è più o meno quello greco ma con qualche segno in più e con una sintassi elementare ma non abbastanza da capirci qualcosa (ci sono poi le adorabili abbreviazioni dei copisti, per cui “Gesù” è scritto, credo, IS, con una una linea orizzontale sopra) senza dedicarci, chessò, la vita. A venirci in aiuto sono alcuni frammenti in greco (e qui si parte con la quaestio: il Vangelo di Tommaso è traduzione in copto dal greco di un originale aramaico? Comodo) trovati ad Ossirinco (scopro con enorme gioia che il Papiro di Ossirinco #1 è un brandello di questo Vangelo) e che in qualche caso colmano lacune del copto.
Secondo problema è che non è proprio un vangelo nel senso comune, quanto una raccolta di un centinaio di “Detti di Gesù”, talora affini ai sinottici (ma non si tratterebbe di una derivazione, quanto di comune ascendenza ad una fonte comune – la fonte Q, per i feticisti della cosa) ma spesso “inediti” (il mio preferito è il #7: “beato il leone che l’uomo mangerà e il leone diventerà uomo; maledetto l’uomo che il leone mangerà e il leone diventerà uomo” – chissà come sarebbe stato il cristianesimo se questo fosse stato un testo canonico).
Per quanto Tommaso sia solitamente definito “gnostico”, secondo il curatore dell’edizione (un attentissimo Matteo Grosso) di esclusivamente gnostico c’è poco (non basta parlare di “luce” per precipitare nella gnosi) ed è difficile individuare una corrente cui iscrivere un testo così complesso ed intrigante che ci riporta ad un cristianesimo primitivo in cui differenti tradizioni e dottrine coesistevano senza che si finisse a randellate.
E per quanto il redattore non sia esattamente un fine scrittore, alcune immagini risultano assai poetiche: Se vi chiedono “qual è il segno del Padre vostro in voi?”, dite loro “è il movimento e il riposo”…
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