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altro che chip nel cervello

22 ottobre 2013

coverUna coppia di miei amici vive negli Stati Uniti da diversi anni ma, essendo persone normali, non passono il loro tempo a vedere Fox News o a frequentare i farneticanti siti della destra americana (il perennemente fuorviante Druge Report, il complottista Breitbart, l’ipercomplottista in chiave millenarista World Net Daily o l’allucinante Infowars), per cui ogni volta che io cito il complotto del giorno mi guardano perplessi.

E’ invece un’esperienza affascinante immergesi in una bolla informativa in cui c’è un retropensiero dietro a qualsiasi cosa succeda: anziana signora con scarso equilibrio mentale è arrestata perché cantava a squarciagola inni religiosi sulla metro? war on christianity!!!; Obama ha un anello? di certo porta un’iscrizione in arabo che professa la sua fede musulmana oppure è ovvia propria di un suo matrimonio omosessuale con un pakistano (lo stesso anello, eh, perché il matrimonio gay è certamente uno dei pilastri dell’Islam) – cose così, che fanno impallidire le più estreme uscite del M5S.

Una delle polemiche du jour più duratura è quella dell’attentato terroristico alla sede diplomatica statunitense di Benghazi, in Libia (settembre 2012), di cui, in questa deformante bolla, sono responsabili alternativamente ObamaClinton o Susan Rice, “colpevole” di aver detto cose tratte da un memorandum della CIA.

Se avete tempo da perdere, ed adorate il debunking, c’è un instant book fatto apposto: si chiama The Benghazi Hoax, è scritto da quelli di Media Matters e si trova qui.

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