“prof, chi è giorgio moroder?”
Il titolo del post è la domanda di un mio studente di qualche giorno fa, verosimilmente causata da da Giorgio by Moroder, il brano più curioso di Random access memories, l’album dei Daft Punk di cui i ggiovani non parlano d’altro da un paio di settimane. Oddio, non proprio tutti i ggiovani, alcuni vanno al concerto di Renato Zero o fanno l’apologia di Justin Bieber.
Dopo aver indirizzato il ggiovane sanamente curioso a quest’articolo (in cui tra l’altro si ricorda che Moroder produsse anche Take my breath away dei Berlin e Never ending story di Limahl ma si omette la fondamentale Together in electric dreams), credo sia giunto il momento di riflettere brevemente su questo RAM, che, ahimé, non è Discovery pt. II, come avremmo voluto, ma è anzi piuttosto kitsch.
Giorgio by Moroder alla fine è po’ una baracconata di cura filologica (per registrare la voce di Moroder che racconta la sua carriera pare abbiano usato distinti microfoni d’epoca), Touch sembra uscire diretta da un musical (poi diventa decisamente altro) e quindi mescolare una trentina di idee tutt’insieme, mentre Get lucky rimane un capolavoro ma, temo, l’unico dell’intero album.
Contact campiona la voce di un astronauta che parla di un UFO ed è una delle cose migliori del disco ed una di quelle più fedeli alla nostra idea di Daft Punk, mentre il resto è un po’ troppo funky per i miei gusti.
Un bell’album, con la sua coerenza. Ma don’t believe the hype…
Together in electric dreams mi ha fatto sobbalzare. La gioia!!! 🙂
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capolavoro. assoluto.
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