world domination
Il caso volle che il primo album degli REM con una casa discografica non indipendente uscisse il giorno in cui gli Stati Uniti elessero presidente George Bush (padre), al quale non mancarono di dedicare la vecchia Exhuming McCartney.
Con Green ebbe inizio la loro fase imperiale (il periodo alternativo era terminato l’anno prima con Document), quella in cui fecero una serie di dischi semplicemente perfetti (da qui a Reveal, direi), per poi piombare in una stanca routine disco-tour-disco che alla fine li avrebbe portati ad un dignitosissimo pensionamento.
Fu, se non ricordo male, il loro primo album che comprai, essenzialmente perché Orange crush e Pop song 89 mi parevano dei capolavori, come effettivamente sono.
E l’album stesso è secondo me fra i loro cinque migliori dischi (gli altri sarebbero, tipo, Automatic for the people, New adventures in hi-fi, Out of time e Reveal) ed il primo in cui davvero sono coerenti dall’inizio (la già citata Pop song 89) alla fine (un brano semplicemente noto come Untitled, che non appare nemmeno nelle note di copertina).
In mezzo ci sono classici come World leader pretend, Stand (sempre perfetta), I remember California e You are the everything.
L’edizione per il 25nnale del disco unisce all’album rimasterizzato un disco dal vivo (live in Greensboro 1989) in cui ripercorrono più o meno tutta la loro carriera, tanto per ricordarci quanto fossero bravi.
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