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frustoli

26 agosto 2012

Tendo ad essere più o meno d’accordo con chi diceva di essere disposto a dare tutta la letteratura latina per un solo verso di Saffo, per cui ho divorato con entusiasmo la nuova antologia di Lirici greci, curata da Camillo Neri.

La scelta di testi offre alcune soprese, visto che recupera anche autori di cui davvero resta pochissimo (Eveno! Crizia! Aniano!) a scapito di testi che dovrebbero esserci (l’Archiloco di Colonia o il nuovo Archiloco di Ossirinco; il fatto che poi ci sia una sola ode di Pindaro pare eccessivo, davvero), scelte di cui comunque il curatore dà giustificazione in sede di introduzione.

L’editore ha però imposto una intricata disposizione del materiale, per cui ci sono prima i versi (testo a fronte e nuova traduzione), poi il commento (spesso vivace: “pare piuttosto improbabile che eroi dalla vita breve e piacevole, quali Brian Jones e Jimi Hendrix, si siano mai ispirati a Mimnermo“, p. 151), poi l’elenco delle fonti, poi un’appendice linguistica e poi una ricchissima bibliografia, cosa che costringe a saltellare per cinque sezioni del libro per farsi un’idea di un testo di due versi.

Queste poesie, non serve neanche dirlo, sono il momento più alto dell’umanità.

(analoghe osservazioni stanno qua)

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