in nihil ab nihilo
Non proprio una lettura confortante, la raccolta delle Iscrizioni funerarie romane di Lidia Storoni Mazzolani è comunque interessantissima e permette uno sguardo approfondito sulle (non proprio ottimistiche) concezioni romane sull’aldilà, a prescindere dalle riflessioni filosofiche.
E’ carino anche ritrovare l’epigrafe di Claudia e quella di Marco Celio (caduto nella selva di Teutoburgo), ma la parte più interessante della raccolta sono le tabellae defixionis, cioè delle tavolette di piombo contenenti maledizioni varie, che venivano spesso gettate in mare o in pozzi in cui qualcuno era morto annegato, sperando che l’inquieto spirito perseguitasse i destinatari delle maledizioni (“fate che Quarto diventi muto e tremando scappi qua e là come un topo in fuga“… “l’orso lo sbrani, ne faccia strazio“), e ci sono anche alcuni grazioni graffiti pompeiani (“hic ego puellas multas futui“) ed un paio di collari di bronzo che gli schiavi portavano al collo e che promettavano ricompense in caso di fuga (“Sono fuggito. Prendimi. Quando mi avrai riconsegnato al mio padrone, Zonino, riceverai un soldo“)…