giorno sacro è il primo
La prassi scolastica (perlomeno la mia prassi scolastica) dedica poco spazio ad Esiodo, tutto a scapito dell’immenso Omero, in buona parte credo per formazione scolastica ed universitaria (è lo stesso motivo per cui non so nulla di Pindaro – ricordo chiaramente che la mia professoressa del liceo diceva che Pindaro è troppo importante per farlo male, cosa che la portò a non farlo piuttosto che a farlo bene – in compenso ci fece leggere Levi-Strauss che non so perché ero convinto fosse stato marito di Marylin Monroe, vabbé).
Per rimediare, quest’anno ho affrontato la nuova edizione di Opere e giorni, a cura di Andrea Ercolani, evitando ogni pregiudizio sul tema che sinceramente è poco coinvolgente (pure le Georgiche di Virgilio non mi hanno mai detto granché). Il commento è dottissimo e puntuale, ed il testo, per lo meno nella prima parte (proemio, le due contese, Pandora, le cinque età, la favoletta dello sparviero e dell’usignolo – di cui scorpro una lettura sorprendente – , la polemica coi “re” e con Perse, l’esaltazione del lavoro), è oggettivamente interessante e ricco di spunti, poi però diventa davvero un trattato di antropologia rurale e non ci si capisce più niente, o quasi.
Alla fine c’è il famoso elenco di giorni fasti e nefasti, da cui è nato il titolo di questo post, che vale anche come augurio di buon 2012 ;-)!
Mi fa piacere vedere che il mio lavoro riscuote almeno in parte apprezzamento e che, quindi, non è stato del tutto vano!
Cordialmente
Andrea Ercolani
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