ars boni et aequi
Qualcuno ricorderà miei confusi tentativi di muovermi nel meraviglioso (?) mondo del diritto romano; è stato dunque con enorme piacere che ho scoperto che Eva Cantarella ha fatto proprio un manuale universitario di diritto romano, che ho affrontato con enorme fiducia, visto che il suo pregio principale è quello della chiarezza espositiva.
Nella prefazione c’è una doverosa lamentela sul fatto che ormai all’università i ggiovani non facciano più tre sani esami di romanistica ma un solo, confuso esame che unisce istituzioni e storia del diritto romano (uhm, vedo che stanno uccidendo anche lo studio universitario); segue poi, visto che pare che al liceo non la facciano più, un agile riassuntino di storia romana (e qui la Cantarella un po’ mi delude, visto che ha davvero tagliato/incollato parti dei suoi libri di storia per il liceo, spesso realmente parola per parola) e la sua consueta critica all’ “ipotesi del matriarcato” per la storia arcaica dell’Italia (in tutti i suoi libri c’è una critica a questa teoria – basta, abbiamo capito).
Quando poi si arriva alla parte tecnica, la chiarezza espositiva viene un po’ meno (percepisco, ad esempio, una differenza tra la lex romana Wisigothorum e la lex Visigothorum, ma non ne sono certo), ci sono pure un paio di errori di stampa (la lex Papia Poppaea di p. 198 non sarà del 19 dC, ma del 9, no?), ma il taglio storico/antropologico rende estremamente interessanti alcuni capitoli (quelli sul concetto di “persona”, sulla famiglia e sul matrimonio), altri rimangono un po’ ostici (credo di aver colto il senso ultimo del capitolo su atto/fatto/negozio e quello sulle forme processuali ma ammetto di aver gettato la spugna sulle quasi 100 pagine dedicate alle obbligazioni).
Resta un ottimo manuale, ma sono comunque lieto del fatto che nessuno mi ci interrogherà ;-)!
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