remembering zion
Scrivevo altrove che il vergognoso sfruttamento del catalogo dei Boney M ha impedito che la loro eredità artistica godesse dello stesso rispetto prestato a gruppi coevi, come gli ABBA.
Troppi greatest hits affrettati, troppi remix fatti senza la minima attenzione, troppe partecipazioni a programmi di Carlo Conti hanno insomma rovinato la legacy di un quartetto capace di momenti epocali (il loro album essenziale resta Nightflight to Venus e sfido chiunque ad avere nello stesso disco classici indiscussi come Rasputin, Rivers of Babylon, Brown girl in the ring e Mary’s boy child).
Ogni tanto, fortunatamente, si affaccia qualche cura filologica, come nel caso di un non vecchissimo Ultimate Boney M – Volume 1 (ci sono anche un Volume 2 ed un Volume 3 ma è proprio roba per pochi intimi) che raccoglie i loro 12″, spesso inediti su cd.
A quei tempi, la versione a dodici pollici di un brano non ne era la riscruttura su coordinate musicali completamente aliene (come sarà negli anni ’90) né la riedizione dello stesso brano con un base differente (come fanno adesso ai singoli di Adele), ma, semplicemente, una versione più lunga della canzone, cosa che rende i 7.25 minuti di Rivers of Babylon un’esperienza estatica.
Ci sono anche cose strane, come una versione dance della storica In-A-Gadda-Da-Vida degli Iron Butterfly che apre inquietanti scenari.
Trackbacks