we got faith but don’t need bibles
Ogni generazione ha un disco che la definisce (e nel 2011 Nevermind dei Nirvana compie vent’anni… ) e, se le cose vanno come devono andare, credo che il disco di questa generazione sarà qualcosa di Example…
Il fanciullo mi è sempre stato simpatico (ancora di più da quando ho scoperto che si chiama “example” perché le sue iniziali, EG, sono le stesse del latino exempli gratia, cioè “per esempio”), sia per un suo vecchio singolo con un efficacissimo video girato vicino Chernobyl (decisamente inquietante) sia per la meravigliosa Kickstarts (nella mia top 40 del 2010) e per il suo secondo disco, Won’t go quietly – e Watch the sun come up.
Preceduto da due singoli – su cui c’è molto da dire – è arrivato il nuovo album, Playing in the shadows, prontamente al #1 in Inghilterra.
Changed the way you kiss me è di partenza quello che si definirebbe, temo, un rave-anthem, cioè una di quelle cose da “hands in the air, like you just don’t care” ma per fortuna va ben oltre, con la romantica (in senso di sturm und drang) incoscienza dell’adolescenza (“I have never been afraid of the wildest fights / Not afraid of dying“) che cozza col la romantica (in senso “mocciano”) angoscia del fidanzatino mollato (“cos you’re scaring me / and I don’t like where we’re going“).
Stay awake, prodotta (e si sente) dai Nero, è spudoratamente un manifesto generazionale (“If we don’t kill ourselves / we’ll be the leaders of a messed-up generation“, strofa dell’anno come minimo) e, per quanto meno commerciale del singolo precedente, destinato a fare parecchia strada (“we don’t wait / we grow“, davvero); The way è prodotta dai Faithless (“passaggio di testimone”, credo si dica) ed è spettacolare, come la title-track (prodotta da Chase & Status), mentre Under the influence parla di droga con doverosa franchezza senza essere moralisti (“don’t let playtime ruin our day” – che la ricreazione non ci rovini la giornata, insomma).
Sono troppo vecchio per capire se il tutto è dubstep o grime o cosa; se è rap, comunque, è come il rap dovrebbe essere, sempre (e non in una canzone su 10, capito, Eminem?).
Disco dell’anno.
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