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consulta consultata

13 settembre 2011

Premesso che ignoravo (con le cose che non so si potrebbe riempire un oceano) l’esistenza di una Consulta Universitaria del Greco (qui il sito), detta Consulta lotta con noi.

En passant, davvero non per spocchia ma perché può servire a far capire il valore di quanto cerco di insegnare, oggi (secondo giorno di scuola) sono entrato per la prima volta in una delle mie classi, un primo anno in cui insegno storia. La mia lezione iniziale di storia è più o meno sempre la stessa, perché secondo me serve a far capire che la “storia” può essere letta, ed è stata letta nel passato, in molte maniere, di cui nessuna è “giusta” o “sbagliata” ma sta ad ogni studioso trovarne la sua lettura. In pratica presento la visione della storia nella cultura islamica, nella dialettica hegeliana, nella concezione provvidenziale del cristianesimo e nella visione ciclica propria della cultura greco-romana. Di solito comincio da qui, dall’analisi delle costituzioni in Polibio, perché dentro ci sono parole importanti (“oligarchia”, “democrazia”, cose così). Beh, sarà stato che la classe è particolarmente ricettiva, ma siamo stati a lungo a parlare di cose così, di come la “monarchia” può diventare “tirannide” (sapevano già che l’ultimo re di Roma è Tarquinio il Superbo), di come la “aristocrazia” può diventare “oligarchia” e soprattutto di come la democrazia possa facilmente precipitare in una cosa chiamata “demagogia”. E’ stata lunga spiegarglielo, ma credo sia importante.

La settimana prossima, solo per vedere come sono le desinenze della prima e della seconda declinazione, partiremo da una pagina del Menesseno di Platone:

Una costituzione è infatti nutrimento di uomini valorosi, se è buona, malvagi se non lo è. Bisogna dimostrare dunque come i nostri antenati siano stati allevati in una buona costituzione, grazie alla quale loro sono stati valorosi e lo sono anche i nostri contemporanei, tra cui vi sono anche questi morti. Il motivo è che allora c’era la stessa forma di governo di adesso, cioè un’aristocrazia, in cui siamo vissuti quasi per tutto il tempo a partire da allora. Qualcuno la chiama democrazia, qualcun altro nel modo che gli piace, ma in realtà è un’aristocrazia con l’approvazione della massa. Infatti noi abbiamo avuto sempre dei regnanti, talvolta per discendenza, talvolta per elezione. Il potere sulla città è per lo più in mano al popolo, che affida cariche e potere a chi di volta in volta gli sembra essere il migliore, e nessuno è stato escluso per debolezza, povertà o per gli oscuri natali, né per i requisiti opposti è stato ritenuto degno di stima, come accade nelle altre città; ma c’è un unico limite: ottiene potere e cariche chi ha fama di uomo saggio o valoroso.

Causa di questa forma di governo è la nostra uguaglianza di nascita: infatti le altre città sono costituite di uomini di ogni genere e ineguali, cosicché anche le forme di governo, sia tiranni di che oligarchie, riflettono la diseguaglianza. Vi abitano dunque uomini che si ritengono servi o padroni gli uni degli altri. Invece noi e i nostri, tutti fratelli nati da un’unica madre, non ci reputiamo né schiavi né padroni gli uni degli altri; anzi l’uguaglianza di nascita, che è per noi dato di natura, ci costringe a ricercare l’uguaglianza dei diritti, stabilita per legge, e a non piegarci gli uni agli altri per nessun altro motivo se non per fama di virtù e di saggezza.

La traduzione viene da qua, l’idea di usare questo testo da qua.

Perché il latino e il greco non sono solo un’indistinta massa di declinazioni, eh.

3 commenti leave one →
  1. simone permalink
    15 settembre 2011 11:42 AM

    ti dovrebbero fare ministro dell’istruzione a te!

    se riesce il colpo di stato che stiamo organizzando ti teniamo in considerazione…

    "Mi piace"

Trackbacks

  1. mi sa che l’anno prossimo avrò tempo per la decorazione floreale del terrazzo « cheremone
  2. we built this city on rock ‘n’ roll | cheremone

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