paralleli
A partire dalla pubblicazione de Il libro nero del comunismo, è stato tutto un profluvio di “libri neri” sui più disparati argomenti; senza prestarci molta attenzione, ho comprato Il libro nero di Roma antica, credendo fosse un’analisi spietata dell’imperialismo romano.
Avevo toppato, perché in realtà il tutto si spaccia (oh, un manoscritto anonimo! che cosa originale!) come traduzione di un papiro di Ossirinco (il numero 3670, che in realtà, perché sono papirologo dentro, contiene un brano dell’Ippia maior di Platone, tipo) che raccoglierebbe pamphlet anonimi messi insieme da uno pseudo-Svetonio e spediti al buon Plutarco come materiale per le sue biografie.
E’, insomma, una rassegna di ritratti di personaggi romani (Cesare, Cicerone, Augusto e compagnia) fatta di pettegolezzi e malignità, che derivano dal vero Svetonio, da Plutarco stesso e da altre fonti antiche, non sempre lette con attenzione (la svista più macroscopica è a p. 222, dove si afferma che “l’eliminazione di Ottavia ha preceduto quella di Britannico“, quando Nerone tolse prima di mezzo il fanciulllo e solo qualche anno dopo la moglie, no?).
La scrittura è nell’insieme abbastanza vivace (magari era il caso di armonizzare i singoli medaglioni, visto che talora la cronologia è data ab urbe condita, talora avanti Cristo; e “gli” al posto di “a lei/le”, se sopportabile nel parlato, di certo non lo è nello scritto… ) ma il libro nulla aggiunge alle ‘cose del mondo’…
Ciao!
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